E SE...

'' Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante ma è molto importante che tu la faccia perché nessun'altro la farà''

Howard e Artem erano due fratelli che vivevano su un'isola lontano da tutto e tutti. 

Nessuno sapeva di loro, se non il mare. Un giorno un potente virus attaccò il loro villaggio. Le persone che popolavano quel villaggio divennero stupidi involucri di carne, alcun sentimento sembrava poter scuotere le loro anime. Real l'anziano del villaggio fu quello più colpito da quel potente virus, il suo corpo divenne quasi di pietra, i suoi occhi si trasformarono in pietre nere, il suo cuore aveva preso le sembianze di un orologio scordato. 

Su quel villaggio né la notte né il giorno sembrava avessero più senso. Non c'erano più stagioni a scandire il ritmo del tempo. 

Howard e Artem sembravano esser gli unici immuni, si guardavano intorno cercando di capire cosa stesse succedendo alle loro persone più care, e soprattutto perché solo loro erano scampati a quel brutto male . 

Una notte mentre Howard era sulla riva del mare e passeggiava cercando di dare un senso ai suoi pensieri udì una voce 

<< Ei, Howard, solo tu sai come guarirli >> Howard si guardò intorno impaurito << Chi è? >> chiese con voce tremante e in quel momento dall'acqua salata davanti a lui si sollevò una nube bianca accecante << Howard, non dovresti chiedermi chi sono. Sono te stesso e sono tutti. Sono quella cosa più pura racchiusa in tutti voi. Sono qui perché tu mi hai evocato. Volevi una risposta e adesso che sono qui davanti a te spero tu non ne cerchi di altre >> e con queste parole quella nube scomparve nel nulla più profondo. 

Howard urlò a squarciagola sperando riaffiorasse, credeva di aver perso la ragione, ma le sue urla non riuscirono a far riaffiorare quella magica identità ma solo sua sorella che impaurita si avvicinò a lui, la sola idea che quel potente virus potesse attaccare anche suo fratello la terrorizzava. Quando le piccole mani gelide di Artem toccarono quelle di Howard, lui capì cosa intendesse quella voce che aveva sentito poco prima. Spiegò tutto ad Artem che lo guardò come si guarda chi ti dice che i cavalli volano.

<< Howard, non dire queste cose mi spaventi. È solo la tua mente stanca che ti fa brutti scherzi >> disse Artem << No. Non dire così o verrai colpita anche tu. Noi siamo gli unici a poter guarire quelle persone. Noi siamo gli unici a poter vedere oltre, siamo gli unici che udiamo la musica più difficile dell'universo, quella accordata dalle nostre anime. Adesso ho capito Artem, il segreto sta lì, noi andiamo oltre in tutto. È forse quello che ci rende ridicoli agli occhi degli altri? Siamo stati sempre considerati stupidi ma non è mai stato così. Adesso noi possiamo curare quelle persone e risvegliare le loro anime. >> Howard in un qualche modo, con frasi e parole che solo loro sapevano riconoscere riuscì a convincere Artem, e quella stessa notte attuarono il loro piano. 

Artem cercò per tutta la riva un fiore, quello che lei curava tutte le mattine, quello spuntato tra le rocce più aride della grotta blu, Howard si armò del rosso con cui si colorava le mani per giocare a sporcare gli abiti di chi non sopportava sull'isola. Così andarono di persona in persona, gli coloravano il volto e appoggiavano sul loro petto i petali di quel fiore, poi prendevano le loro mani e intonavano una canzone che toccava le corde più profonde dell'animo umano. 

Piano piano i loro cari si svegliarono, e quando tutto sembrava andare per il verso giusto, Artem e Howard iniziarono a temere di Real l'anziano del villaggio. Non sembrava affatto di esser felice dell'azione compiuta dai due giovani ragazzi, infatti egli stesso era complice di quello stesso virus. 

Una notte, Real chiamò alla sua capanna Artem e Howard che si affrettarono curiosi. Real li accolse caloroso e li invitò a fare un giro a bordo della sua barca alle prime luci della mattina, li avrebbe portati in un luogo magico per sdebitarsi e ringraziarli di aver salvato lui e tutti gli aitanti dell'isola. 

La mattina seguente Artem e Howard salirono sulla barca e dopo poco che Real era lì con loro capirono che era stato un tranello, Real voleva semplicemente sbarazzarsi di loro. << Perchè ci fai questo? non sei forse felice di esser stato salvato? >> gli disse Artem  ma subito dopo aver pronunciato quelle parole, gli occhi di Real divennero rossi tanto da accecare << Avete rovinato il mio piano, quello di creare un esercito di soldati dai cuori di pietra, che non ascoltano altre parole se non le mie. Ci aspetta un lungo viaggio, starete per sempre lontano da tutti. Se non sarò io a governarvi allora nessun'altro lo farà. >> così dicendo li scaricò sulle rive di un'isola lontana, e visibile solo a pochi, a coloro i quali sapevano distinguere il bene dal male, ma che soprattutto riuscivano a domare quest'ultimo. 

È da quel giorno che Artem e Howard abitano quell'isola. Sono pochi quelli che riescono di tanto in tanto a vederli, sembrano semplici macchie di colore su una tela sbiadita. Erano diversi, puri e capaci di vedere oltre la pelle, oltre le ossa e i tendini. Toccavano nervi scoperti capaci di far risuonare note inudibili ai più deboli d'animo, è in loro che è racchiusa l'essenza di ognuno di noi. La capacità di poter fare qualcosa di unico e irripetibile, quel qualcosa che ci salvi da male del mondo, dal nostro stesso caos.